La vita è la nostra grande maestra. Ogni esperienza, relazione, situazione che viviamo ci dona preziosi insegnamenti. Insegnamenti su di noi, gli altri e il mondo che ci circonda. – Amanda Diaz

Un giorno quando il tuo bambino è ancora piccolo impari a conoscerlo, i suoi pianti, i suoi gesti, i suoi ritmi in più lo accompagni giorno dopo giorno a scoprire il mondo, lo incoraggi, gli dai sicurezza e fai da ponte con il mondo esterno. Il giorno dopo lui lascia le tue braccia e va verso il suo obbiettivo e tu sei lì, vicino comunque, ma non come le prime volte, perché ora lui riconosce e si fida delle sue capacità, ma per fare che questo passaggio così importante accada in modo sicuro e sereno lui ha avuto bisogno del tuo aiuto e sostegno. Più avanti raggiungerà altri traguardi, uscirà con gli amici, magari le prime volte lo accompagnerai ma poi arriverà il giorno in cui ti dirà: “mamma vai, vieni a prendermi a mezzanotte” oppure “arrivo a casa verso le 2 di notte, ma stai tranquilla e riposa” e tu annuirai e sentirai il vuoto nella tua casa, in macchina, ovunque tu sia in quel momento. Guarderai la porta chiudersi e ripenserai a quando era ancora “soltanto un bambino” e a quanto sia volato il tempo.
In un’altra occasione ti chiederà se può portare a casa “un’amica” di quelle che il tuo cuore di genitore sa riconoscere come qualcos’altro e poi… andrà via di casa: per lavoro, per convivere, per fare una sua famiglia; a fare la sua vita in un luogo distinto dal tuo.

Sicuramente se avrà trovato in te il sostegno, l’amore e la fiducia necessari avrà ciò che le serve per farcela e saprà dove tornare per trovare rassicurazione se avrà bisogno.

“Non si può essere liberi se non si è indipendenti” – Maria Montessori (1)

La vita come genitori ci rivela dei segreti e ci dona magnifiche lezioni giorno dopo giorno, alcune di queste lezioni sono le seguenti:

  1. La libertà può essere raggiunta solo sé si è raggiunta l’indipendenza. E l’indipendenza si raggiunge se si è ricevuto un sostegno adeguato al momento giusto.
  2. Tuo figlio non ti appartiene, e per renderlo un individuo felice ma soprattutto libero devi imparare a lasciarlo andare, per lasciare andare bisogna averlo prima tenuto per mano.
  3. Il nostro esempio vale più delle parole.
  4. Il modo in cui ci relazioniamo con i nostri figli, sarà il loro modo di relazionarci con il mondo. I bambini sono i nostri specchi.

Il treno della libertà passa in ogni fase di transizione, dall’inizio alla fine della vita. Perché così come il neonato ha bisogno di essere sostenuto, nutrito, accudito, amato e accompagnato per poter crescere e raggiungere la sua autonomia, anche l’anziano dovrà ricevere le stesse attenzioni per poter lasciarsi andare serenamente nel momento in cui dovrà congiugarsi con l’universo.
Ciò che vi rende liberi nei legami è il tempo di qualità, la fiducia e soprattutto l’amore incondizionato.

I bambini sono grandi maestri, ci insegnano cose molto profonde, ci ricordano il nostro bambino interiore. I bambini amano incondizionatamente e si fidano incondizionatamente di noi genitori.

Ritengo utile chiarire un concetto: sostenere ed aiutare NON sono sinonimi di servire e come dice Maria Montessori:

Chi è servito invece di essere aiutato, in certo modo è leso nella sua indipendenza” (2)

Perché per raggiungere l’indipendenza e la libertà bisogna prima essere stati dipendenti e nel frattempo aiutati ad imparare.

Capita a volte che pretendiamo che il bambino diventi subito indipendente e cerchiamo di affrettare le sue tappe evolutive, di forzare il distacco (sopratutto dalla sua figura di riferimento) ma purtroppo questo può produrre l’effetto contrario: ragazzi ed adulti dipendenti: da relazioni malsane, da droghe, alcool, oggetti o dal giudizi altrui, con bassa autostima e poca fiducia in sé.

Quindi il nostro ruolo come genitori e primi educatori dei nostri figli è quello di aiutarli a raggiungere l’indipendenza rispettando i loro tempi che non necessariamente sono i nostri,  accettando e amando il bambino per quello che è, anche quando è diverso dalle nostre aspettative o dalle aspettattive di chi ci circonda, e condizionando il meno possibile la visione che essi hanno di sé.

Voglio concludere con una magnifica poesia: I vostri figli di Gibran:

“… e una donna che aveva al seno un bambino disse: parlaci dei figli.
Ed egli rispose:
I vostri figli non sono figli vostri
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.”– Khalil Gibran (3)

(1) M.MONTESSORI, “La scoperta del bambino”, Garzanti, 1999, p. 60
(2) M.MONTESSORI, “La scoperta del bambino”, Garzanti, 1999, p. 62
(3) K. GIBRAN, “Il profeta”, BIS Edizioni, 2010